Tanto per far capire la difficoltà... |
Sono otto piante enormi, secolari, abbastanza distanziate le
une dalle altre.
Non sono in un bosco. Sono solitarie in mezzo ai prati (e ai
rovi).
Quindi si distinguono bene.
C’è una storia da sapere. C’è chi dice che sia molto
importante abbracciarle, perché fanno bene alla salute (sprigionano ioni, bla
bla) e perché ristabiliscono il giusto rapporto uomo-natura che si sta
perdendo.
Queste piante secolari, immense, solide sono spettatrici
immobili dello scorrere della vita. Hanno radici miracolose, che raggiungono
profondità a noi sconosciute e che il terreno ringrazia, perché aiutano a
tenerlo saldo. I loro rami, frondosi, si spingono verso l’alto e parlano col
fruscio delle foglie. E il cinguettio degli uccelli. E di chissà quanti altri
animali…
Ho provato ad osservarle da lontano, con un’altra
prospettiva e ho provato un grande rispetto. Natura pianta, natura uomo (donna). Energie che fluiscono.
Ma mi avevano detto che dovevo abbracciarle.
E quindi l’ho fatto. Non senza difficoltà devo dire, perché
si trovano in una zona dove l’uomo non è mai passato e quindi molto impervia.
Nonostante questo ho trovato dei sentierini, probabilmente
(sicuramente) creati dal passaggio di animali, che mi hanno aiutata a
raggiungerle.
Il luogo che sto descrivendo conta tantissimi daini,
cinghiali, lupi, caprioli, istrici (chiamate localmente le spinose), lepri,
conigli, faine, ecc.. e una miriade di uccelli. Ma quelli volano e non creano
sentierini.
Ad alcune mi sono avvicinata facilmente.
Ad altre (come ho accennato) invece è stato difficilissimo.
La zona intorno al loro tronco è piena di rovi, fitti, fitti. Con le
scarpacce mie da passeggiata (scarpacce? Delle bellissime pedule, che strapazzo
in campagna) ho alzato la gamba e piano piano li ho schiacciati, creandomi un
varco. È vero, li ho schiacciati, purtroppo (nel senso che li ho uccisi). Ma
avevo questa missione da compiere.
E mentre le ho abbracciate, la mente ha vagato e si è creata
una propria storia.
Suggestione? Forse sì e forse no, ma poco importa. È molto
bello riuscire a provare sensazioni forti e soprattutto stabilire un contatto
con la natura. Dedicare del tempo a qualcosa di primordiale.
Le prime due le ho sentite lontane da me. A partire dalla
terza ho iniziato ad avere più familiarità, in progressione fino all’ultima che
è stata il massimo dell’intimità!
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Pianta 1 abbraccio |
Una particolarità: appoggiando l’orecchio al tronco ho
sentito il mare nell’orecchio come succede con le conchiglie.
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Pianta 2 abbraccio |
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Pianta 2 prospettiva |
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Pianta 3 prospettiva |
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Pianta 3 abbraccio |
La terza era più piccolina e l’ho sentita gioiosa, aperta,
con le fronde che si muovevano col vento e gli uccellini che le svolazzavano
sopra e intorno. Giovinezza, progetti, voglia di vivere e di giocare con me. A
iniziare da lei ho quindi impostato una relazione con loro.
Pianta 4 prospettiva |
Pianta 4 abbraccio |
Pianta 5 prospettiva |
La sesta difficilissima da raggiungere per via dei rovi. E
con lei ho avuto un passaggio di energia. Mi ha trasmesso la sua solidità. Non
era impegnata con altre cose. Eravamo lei ed io e la natura in un silenzio
tenero, rassicurante.
Stradina fra i rovi |
Stradina fra i rovi |
Pianta 7 abbraccio |
Pianta 7 prospettiva |
E (incredibile) quando mi sono allontanata, sono comparsi
nel cielo dei caccia (aerei) roboanti. Il cielo si faceva "sentire"?
E i rovi mi hanno slacciato le scarpe. Tutte e due. Io le ho
rimesse a posto, ma chissà che messaggio mi cercava di trasmettere…
Pianta 8 abbraccio |
Pianta 8 prospettiva |
Sentierino fra i rovi |
Pianta 9? abbraccio (Forse ne ho abbracciate 9....) |
Pianta 9? prospettiva |
E con lei ho sorriso. Davvero! Per davvero ho finalmente sentito
la casa, la protezione.
Ho sentito la “mamma”.
Direi un’esperienza unica e anche divertente. Un giochino
fra me e una forma di vita che non ho mai considerato. Che ho sempre dato per
scontata.
La prossima volta che ritornerò in quel posto, proverò a
parlare alle mie otto (o nove?) nuove amiche.
Vediamo che succederà…
http://wellthiness.wordpress.com/2010/05/10/abbracciare-gli-alberi-una-pratica-antichissima-per-ritrovarci-e-ritrovare/
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