giovedì 5 maggio 2011

LA MANO DELLA MAMMA - E la solita ricerca di quel sentiero pieno di luce....

Un giorno la mamma tolse la mano dalla sua.
Via. La staccò. Con un sorriso, forse. O semplicemente così.
Ma questo semplicissimo gesto, istintivo, fisiologico, senza nessun secondo fine… fu assolutamente DISASTROSO.
Patatrac!

Caspita… Trasformò tutto. Fu da allora che per lei niente rimase più come prima.
Forse la dolce bimba-ragazza-donna non era preparata.
Iniziò ad aggrapparsi a tutto.
A questo “tutto” che però fu massacrante tanto quanto non averla (la mano della mamma). Sì, si era sempre trovata male… Gli altri appoggi le scivolavano via.
Vuvuvooooooooom.
E mai niente cambiava. Per anni e anni. Che furono pieni di tentativi teneri e tragici e che ormai erano diventati una costante.
Sino ad arrivare a oggi.
La bella bimba cresciuta ormai ha preso atto che quelle prove non funzionano. Si trova a dover prendere delle decisioni.
Può perseverare nel cercare quel che non c'è più e fare finta di niente. Ma ormai risulterebbe ridicola anche a se stessa.
Oppure iniziare ad andare da sola.
La risposta sorge spontanea.
Però le fa paura quella strada da intraprendere, quella su cui muovere i primi passi da sola. La spaventa, anche se è oggettivamente bella.
Ah sì, sì! Niente da fare. Senza ombra di dubbio preferisce ancora il grembo materno…. Ma quello non c’è più…

Ma ci prova: quattro passi… E si ferma.
Mannaggia a chi potersi attaccare??? Vanno bene tutti… Anche se scivolosi…
E ripensa al suo uomo. Naaaaaaaaaaaaa. Non va bene.
Ai fratelli……… Hahahahahahaha. Men che meno.

Ancora altri passi.
E si guarda indietro.
E non c’è più niente…. Non c’è più nessuno!
Panico.

E se la soluzione fosse attaccarsi alla mano di Dio?
Mamma mia. Non ce la fa. L’atto di fede è difficile da affrontare. Da superare. Da accettare.

Basta allora. Stop!

Si cambia rotta. Si entra nel villaggio dell’inutile.
E si fischietta, trallallà. Si canta e si balla.
Yupppieeee…


Ahimè si fa finta di niente.
Però una vocina dentro si fa sempre strada e bisbiglia: “Stai vivendo una vita borderline… Bimba, ehi. Sveglia! Stai vivendo alla giornata. Guarda che là in fondo c’e’ il burrone…”.

Trallallà, trallallà.

Ma la bimba alla sera si ferma. Si deve fermare. E’ buio. E’ notte.
Deve andare a letto.
Non può fare più il trallallà.
Il silenzio la immobilizza ed è allora che il peso del nulla la schiaccia. Di nuovo…

Ma lei è furba e chiude gli occhi velocemente.
Così il sonno arriva in fretta. E si addormenta. Tutte le nuvolacce nere, i fantasmi scompaiono di nuovo.
Zzzzzzzzzzzzzzzzz.
E al risveglio, gli occhi si sbarrano. Aiuto.
Ma lei lo sa che è solo questione di un momento.
Perchè scuote la testa, si alza e ce la fa.
Inizia ancora.
Riprende imperterrita con il suo nuovo stupido inutile trallallare……….
Se la si osserva bene, però… Si vede che i suoi occhi cercano di voltarsi.
Sbirciano là in fondo dove c’è quella stradetta piena di luce….