sabato 28 luglio 2012

ALLA FERMATA DEL TRENO


Buongiorno Concita Bangbang!
Ti vedo. Ti immagino.
Oggi sei in una di quelle stazioni impolverate dei film western. Quelle in mezzo al niente, dove passa un treno al giorno.
Sei bella ed elegante, anche nel tuo pantalone sdrucito e nella maglietta sudata. E' bianca e anche se un po' vissuta, fa intuire che è nuova e che era stata stirata bene. La pelle del tuo viso è navigata, rugosetta, ma brillante, viva. Sei abbronzata e questo fa risaltare i tuoi denti bianchi.
Sei una donna sana.
Al collo risplende il tuo ciondolino, quello della mamma. Unico gioiello sopra di te.
Ti dà quel tocco di tradizione, di persona con un certo stile.


Osservi il trascorrere del tempo. Sei seduta su una panchina da un po', le mani appoggiate sul grembo e il tuo immancabile sorriso. Discreto e rilassato.
Spesso te ne vai lì. Ti piace fare la spettatrice, osservare l'agitazione degli altri.
Il momento clou è quando arriva il treno. Sempre scendono bambini saltellanti. Si rincorrono. Si fanno dispetti complici.

Menti vergini, che devono ancora imparare la vita. Spesso inciampano maldestri e cercano la mamma, il papà. I genitori che ci sono. E che sono presenti per quel che possono. Un po' stanchi, indaffarati. Coscienti. Consapevoli del loro ruolo.
Hanno valigie, carrozzine, marsupi. Il libro che parla di ecologia. Hanno abiti in sintonia con l'ecosistema. Si sono documentati e sono coerenti. Forse sono anche vegetariani. Poveretti: un gran da fare per far parte di questa vita.
Perché si illudono che si debba far così e cosà. Perché si realizzano se decidono di essere in un modo o nell'altro.
Ma anche per loro il tempo passa. Inesorabile. Cadenzato. Tic, tac. Tic, tac.
Concita li guardi e non capisci. Ma che arroganza, che ottusità. "Io sono migliore" sembra vogliano urlare. E palesano le loro scelte il più possibile.

Scuoti la testa. Purtroppo anche loro arriveranno a quella panchina nella stazione.
Perché ci arrivano tutti.
Anche i vegetariani.
Che festa quando arriva il treno. Tutta la stazione si vivacizza.
Si riempie di persone che si danno da fare. Che seguono tracce preimpostate, preordinate. E c'è un via vai di coscienze che vogliono e desiderano e devono e dovrebbero.
Per poi sparire nei loro impegni e lasciare di nuovo il proscenio al silenzio.







Allora vince il sole che batte implacabile e rende l'atmosfera surreale.
Con i grilli che cantano forte forte.
















Concita si alza e va verso casa.
Tranquilla.
Ha tante cose da fare. Tante? Hahahahaha. Tantissime.
E quindi forse farà un po' di giardinaggio. Ma forse.
Forse leggerà un libro. Ma forse...
Ma forse...