venerdì 26 aprile 2013

UN COLORE NEL BIANCO E NERO



A Milano non c’è più la nebbia. Davvero. Quella coltre grigio bianca che fa sparire tutto. No, non c’è più.
Eppure l’altra mattina mi è sembrato di vederla. C’era il sole, è vero. Ma opaco. E anche qualche nuvola. Opaca pure lei. E nonostante questo però c’era aria di nebbia. Una giornata strana, con una Milano al rallenty. Con le macchine che andavano più lente, come i passanti. Un ritmo apatico, come se tutto si stesse fermando.
Qualcuno aveva anche tolto i colori. Non li vedevo più. E quel caldo freddo, pesante. Appiccicoso…
“E’ ora!” e scendiamo.
Un viaggio breve senza vedere niente e osservando tutto.
“Guarda quanta gente, quanti ragazzi! Sì, quella è casa loro”.
Saliamo.
Tanti baci e tante carezze. Abbracci dolci. Parole ed emozioni. Sospese per aria. Gente che arriva, che se ne va. Fiori, tanti fiori. Anche loro grigi, purtroppo.
Un giornale è piegato su un divano. La pagina è sgualcita, letta e riletta. Parla dell’incidente. Passa di mano in mano. Di sguardo in sguardo. Da lacrima a lacrima.
Qualche sorriso, perchè ci si vuole bene.
Poi succede! In quell’atmosfera scolorita, come indebolita, appare l’unico colore. Ha quattro zampe ed è tutta d’oro. Risplende. Non sta ferma un istante. Annusa e saluta tutti. Sale e scende le scale.
Nina…
Ogni tanto si ferma davanti a qualcuno e appoggia la zampa sulla gamba. Come a volerlo bloccare e dirgli qualcosa.
“Sono qui!”
Sono qui… Sono qui… 
Perché lei sa. Lei c’era. Lei ha visto tutto. Lei e lui erano insieme e poi il botto. E poi la fuga, da sola nel terrore.
Ce l’ha fatta a tornare ed eccola qui ora. Qualcosa è cambiato in lei. Probabilmente per sempre. Eccola qui, depositaria degli ultimi atti di vita. Che la riempiono di colore. Che la rendono responsabile di una continuità. Protagonista del tentativo di non fermare un cuore che continua a battere imperterrito e a cui poco importa delle convenzioni. Vuole esistere a prescindere, perbacco!

Usciamo. Salutiamo tutti. Nina ci osserva e sembra sorridere. Lei, unico colore splendente d’oro in un mondo ancora opaco, un mondo ancora così… Lei, che forse non è più sola.

sabato 13 aprile 2013

FRATELLO SOLE


Fratello Sole, I love you.


Dalla mattina le nuvole grigie riempiono il cielo e la stanza.
Ti alzi, guardi fuori dalla finestra e la richiudi.
Inizi la routine di ogni giorno.
Fai questo e fai quello. Automaticamente.
Ma pure quell’altro e quell’uno. In fretta e anche lentamente.
Non ti accorgi che il tempo passa. Plumbeo, è senza colore.





Ed è già pomeriggio.
Beh… Poi ti siedi sul divano. Sei un po’ pensierosa. Accendi il fuoco. Calore… E colore… E rumore…





Apri il libro e leggi un pochino. Poi alzi la testa e fissi un punto.

E arriva un raggio di sole.
Dalla finestra.
Ti inonda tutta.
Ma come? Che succede?

Ti svegli…
Tutto si illumina. I colori riemergono. Strillanti di luce si sciolgono nell’impetuoso riverbero di quel raggio che nulla può fermare.
Fin vacui, uccisi dalla prepotenza luminosa.
E d’improvviso sorridi. E ti accorgi che è la prima volta quel giorno.
Te ne accorgi, perchè senti che qualcosa dentro di te si smuove.
Quella tristezza che non pensavi di avere, quella cupezza svanisce.

Chè è tutto qui?
Chè forse basta un raggio di sole?

Ah, la pochezza della vita, che rivela la sua misteriosa meraviglia.