giovedì 24 novembre 2011

L’ARGENTO BRILLA A SANTA YNEZ

Ebbene sì.
Nel 2011 c’è ancora chi vuole giocare ai cow boys e agli indiani.
Ma senza indiani!
A vederli anzi sembrano più impegnati in una danza sulle punte, che in altro.
Perché di fatto questi “giochini” non sono solo raffinatissimi, ma si svolgono anche accompagnati dal luccichio di finimenti in argento, dove risaltano selle e briglie di pelle vera lavorata a mano e dove non mancano addirittura anche pietre preziose, sete e cotillon.

11, 12, 13 Novembre. I giorni del Vaquero Show. Santa Ynez, California. E’ lì dove ancora una volta e ancora oggi si sono raccolti gli ultimi veri depositari dei segreti della Monta alla Californiana. Per il loro appuntamento annuale.

Certo, in fondo non sono che uomini che vanno a cavallo. Ma qui l’equitazione si trasforma in qualcosa di diverso. Lo sport ormai c'entra proprio poco. Questo modo di cavalcare si porta dietro cultura e tradizioni antichissime. Così raffinate e articolate da trasformare quello che potrebbe essere un semplice modo di guidare il cavallo, in qualcosa che ha a che fare con l'arte. Quella importante, quella che non va dimenticata. Quella che ci aiuta a migliorare, perché è “La Storia”.

Alt. Procediamo con ordine.

Siamo in America. Lontano, lontano. Cosa importerà mai a noi italiani quel che si fa così distante?

C’è che è proprio laggiù nel lontano west, che accade quel miracolo.

E in questo caso ne è protagonista questa “cittaduncola” californiana, tutta impolverata, ordinatissima e raffinata. Per pochi eletti, visti i prezzi altissimi sia dei terreni che delle case.


Santa Ynez



E' qui che si può ammirare la più alta esternazione di quello stile. Una vera mostra della raffinatezza e del lavoro di anni e anni. Perché si parla di arte?

Per vari motivi. Perché quella tecnica richiede tempo, passione, conoscenza e talento.

Perché il cavallo “finito”, come dicono loro, non si muove grossolanamente. Danza. Perché per ottenere quel risultato occorrono almeno 2/3 anni di lavoro duro.

Una meraviglia vederli, osservarli. Sembrano nati sul cavallo. E oltre al comportamento dell’animale, risaltano prepotentemente anche la raffinatezza dei finimenti e l’abbigliamento del vaquero. Perché “Se il cavaliere è di aspetto fiero e curato, di conseguenza anche l’animale lo sarà”. E qui affiora prepotentemente il tocco dei "Dons". Questi signorotti spagnoli nobili che facevano da padroni in California nel 1800. Sono proprio loro quelli che hanno studiato nei minimi particolari la Monta Western, raffinandola a tal punto da renderla totalmente diversa. Infatti c’è una bella differenza fra la Monta Western e quella Californiana.

Questi signori erano molto ricchi e avevano tanto tempo a disposizione E questo tempo era quasi tutto dedicato a far gare per vedere chi fosse diventato più bravo, più bello e più elegante sul cavallo.





Una delle particolarità rilevanti delle varie fasi di addestramento è quella dove l'animale in bocca non ha niente. Nessun tipo di morso. Veramente.

Viene comandato da una corda di crine tutta intrecciata chiamata Mecate. Questa funge da redine ed è annodata a un finimento di pelle intrecciata chiamato Bosal. Infilato sul naso. Soltanto a cavallo “finito” come dicono loro, si userà Lo Spade Bit. Un morso particolarissimo. Tutto in argento (naturalmente), che sembra essere “cattivo”. Sembra che faccia male. E che invece è tutto l’opposto.
Spade Bit


E quell’oggetto è una vera opera d’arte. Anche se è nella bocca del cavallo, una grandissima parte rimane all’esterno e quindi è molto visibile. Ed è molto coreografica. Scintilla nel suo argento, sempre lucidato e preziosissimo ed è obbligatoriamente fabbricato e inciso a mano. Vanta prezzi esorbitanti a seconda dell’artigiano che lo ha creato. Vari pezzi sono persino esibiti nei musei.

“Guardate! Sono tranquilla, serena. Mi diverto.

Io spingo il cavallo con un dito e lui si sposta incrociando le zampe anteriori. Lo so che non è stato semplice arrivare a questo risultato, ma addestrare un cavallo alla Monta alla Californiana, non deve creare ansia. E invece io lo so che per tanti è così."

Mino Spadacini - Sheila Varian


Sheila Varian ha il cappello, i chaps sopra i jeans e gli stivali. Ops. No, no. Per carità i Western Boots. La parola stivali non è ammessa. E poi c’è la sciarpa di seta chiusa da una concha, una spilla fatta a bottone. Come un ferma-cravatta. Ma la sciarpa è color rosa, perché vuole richiamare il colore dei nastrini a pois che le stringono i capelli in due codini un po’ vezzosi.

No, non è una bambina. Assolutamente no. Anzi, proprio l’opposto. Il suo look fa trasparire il suo spirito. Il suo modo simpatico e leggero di porsi. Lei è una delle più famose addestratrici. Una di “quel mondo”.

Perché dopo loro, chissà.

E’ che non c’è niente da fare. Per imparare davvero questa tecnica la si deve vivere sul campo come hanno fatto loro. Non la si può imparare dai libri che oltre a tutto son molto pochi e in inglese. In italiano non ne esiste neanche uno.

Tanti europei li hanno imitati, studiati e seguiti. Ma sino ad oggi non ne son venute fuori che brutte copie. Con tutto il rispetto per carità, ma sono persone che non potranno mai uguagliare il vero, unico insostituibile “Spade Bit Man” (l’Uomo del Morso a Paletta).
Persone che infatti neanche erano al corrente di questa manifestazione e men che meno avrebbero mai partecipato.
Soltanto chi ha vissuto anni con loro ed è stato “sul campo” può rappresentarli. In Italia si può tranquillamente dire e senza far torto a nessuno che ce n’è uno solo. Che è l’unico vero rappresentante. Si chiama Mino Spadacini. La sua esperienza è ineguagliabile. Milanese, anno 1944.


Appassionatissimo di Monta alla Californiana da quando aveva 19 anni e che vanta di un lungo periodo vissuto negli anni d’oro (complice l’età anagrafica) con loro, i veri Buckaroos. Proprio questa esperienza gli ha permesso di vivere sulla sua pelle le giornate dei cow boys e di farle penetrare in sè. Assumendone realmente le sembianze. Una vita tutta monta e bestiame, lazi e sveglie alle ore 5 del mattino.
“Signori e signore, in tanti mi chiedono se il cavallo sia in grado di amarmi. Di provare affetto. Certo. Ma a suo modo. Mai dimenticarsi i ruoli. Lui è un animale e noi no”. Continua Sheila Varian appaludita dal suo pubblico.
Sono fortunati i californiani. E’ novembre e sembra ancora quasi estate. Il clima è mite e il freddo che sopraggiunge la sera è secco. Insomma una panacea.
Il Vaquero Show è organizzato nel Santa Ynez Historical Museum ed è voluto e sponsorizzato dallo sforzo di seri e accaniti sostenitori. Dei veri appassionati.Oltre alla manifestazione questi stessi contribuiscono anche a mantenere vivo e in ordine il museo storico.
Donano la loro esperienza, ma anche altro. Come oggetti del “mestiere”, che generalmente non sono accessibili al pubblico.
Musica country e tanto cibo.
Sheila Varian - Ernest Morris - Steve Dorrance
Mino Spadacini - Richard Caldwell
I più importanti clinic (lezioni) sono tenuti dai famosissimi e rispettatissimi trainers come Sheila Varian (già nominata), Richard Caldwell e Bruce Sandifer, Martin Black, Buck Brannaman.
Ma c’è anche Steve Dorrance, il figlio di Tom. Il vaquero che ha inventato “I Sussuratori di Cavalli”.
E poi è importante la presenza del pittore Ernest Morris. Anche lui un’icona in via di estinzione.
Casa Museo di Jim & Linda Grimm



E a sorpresa un finale fuori programma.
Visita (per tutti) alla casa museo di Jim & Linda Grimm.
Dei pazzi? Forse sì: centinaia e centinaia di morsi e selle e ricordi e cappelli e libri tutti nel loro soggiorno. Un soggiorno immenso.
Felici di dividere con gli amici il loro tesoro. Ma così tanto da offrire anche a tutti una favolosa e ricca grigliata.
Davvero un altro mondo.
A festa finita la testa è in fibrillazione. L’adrenalina è alle stelle e non si desidera altro che mettere in pratica tutti i nuovi segreti imparati.
Le mani stringono ancora il biglietto e la brochure.
Biglietto Show


E scendono due lacrime di emozione nel leggere la poesia dedicata a “The Spade Bit Man” in seconda pagina. “L’uomo Spade Bit: il vaquero in via di estinzione”.
Anna Scolari








Per approfondimenti sulla tecnica della Monta alla Californiana, visitare l sito www.thecalifornios.com.



mercoledì 23 novembre 2011

STIAMO DANDO I NUMERI! SI', QUELLI DEI PAZZI


Domenica scorsa è uscito l’inserto “La Lettura” del Corriere della Sera.
E io ho fatto una cosa straordinaria!!!
Ho comprato il giornale.
Esatto.
Il cartaceo.
Non so bene il perché. Mi ero messa erroneamente in testa che non ne avrebbero fatto una copia digitale.
Buongiorno. Il Corriere per favore. Con l’inserto mi raccomando.
Pago e vado.

Wow. Anna Scolari che passeggia con in mano il giornale.
Automaticamente ho assunto un portamento altero.
Quello delle donne impegnate!

Omamma. Ma come mai?
Ahiahiai. Forse era proprio troppo tempo che questo non accadeva.
E poi era la giornata Austerity (così la chiamavamo noi ai tempi). Quella dove non possono circolare le macchine.
E quindi mi sono pure messa a passeggiare e anche un po’ in mezzo alla strada.
Di una Milano silenziosa. Di quel silenzio che ti rallegra e ti fa venir voglia di salutare tutti.
E poi, scevra di borse, borsine, borsette e pacchetti, mi sono anche messa a leggerlo.

Ma vi giuro… Non prendetemi per pazza. E’ stato bellissimo toccare la carta scricchiolosa.
Cercando però di tenere allineate le pagine per non far di quello scritto un garbuglio.
Sì perché i fogli volano via. Almeno a me.

Insomma devo dire che mi sono stupita di me stessa. Se io che leggo tutto virtuale soltanto da un annetto, ho provato questa sensazione… Beh… Chissà che succederà fra un po’.

In ogni caso mi sono goduta il momento.
E’ stato piacevole. La carta entrava dentro di me. Faceva parte del mio look. E forse prendevano forma fisica anche le parole.
Mentre leggevo, tra un foglio che cadeva e i saluti immaginari che lanciavo a destra e a manca, toccavo le pagine con le mani.
Belle. Il dito voleva proprio anche seguire le parole.

Adesso la rivista è qui. Accanto a me, buttata sul letto. E più vissuta. Un po’ stropicciata. Ha una sua identità.

Ecco la parola giusta. L’identità. Il virtuale dopo un po’ ti fa entrare in un mondo dove i cambiamenti sono troppo veloci e le cose perdono il loro valore storico.
Il mio inserto qui vicino a me invece ha una sua vita.

Tutte le innumerevoli pagine da me lette on line in questi anni invece svolazzano in posti sconosciuti della mia mente. Non si logorano. Ed escono dalla realtà. Non hanno sapore. Non diventano mai di proprietà.
Il cartaceo, che è fisico, che è oggetto, materia… vive. Il fatto di essere stato toccato, aperto, richiuso, piegato e poi messo in un posto dove ancora lo si può vedere, gli dà personalità. Diventa parte della nostra vita. A prescindere!
Beh... Cose da pazzi!!

Ciaoooo



martedì 1 novembre 2011

IO CE L'HO E TU NOOOO, GNE GNE GNE GNE GNE'!!!


Si alza la mattina.
Intorno alle 6:30.
Subito le dà due carezzine tenere sulla testa. Logico che la svegliano. Mmmmmm... Però le trasmettono serenità e quindi l'atmosfera rimane vellutata.
Appena messi i piedi per terra cerca di rifare un po' il letto. Dalla sua parte. Mentre lei lo ascolta ancora con gli occhi chiusi.
Bagno. Vestirsi. Shhhhh. Tutto in punta di piedi.
- Che se no si sveglia.
Altra carezza.
E un fogliettino a forma di cuore con una frase d'amore, che osserva la porta chiudersi alle sue spalle.
Slam! Ops.. no, no... Uno slam-ino... Un colpetto silenzioso...

Legge il giornale.
Guarda la tv al bar dove fa colazione.

E poi accende il telefonino.

Un Nokia. Un modello obsoleto. Fuori mercato da un bel po' di anni.
Lui lo adora. E per non trovarsi magari senza, se ne è fatto una scorta.
- E beh. Potrebbe rompersi. O perdersi, no?
Nessuna telecamera.
Nessun collegamento a internet.

Invio e ricezione. Punto e basta.

Ma come... Niente Iphone?
Niente Black Berry?

No.

I suoi mezzi di trasporto usuali sono due.
Una bicicletta vintage molto arrugginita. Ma molto, moltissimo arrugginita.
- Senti... Se la lucidi, perde la sua storia. Hai capito?
E una macchina. Una utilitaria. Una Panda.

Quante volte lei si è vergognata ad andare insieme a lui nei posti lussuosi. Dove arrivano Mercedes, Bmw, Ferrari, Porsche e lei invece con questa Panda.
E che quindi una volta giunta a destinazione, cerca di uscire il più veloce possibile. Nascondendosi... Per far sì che non venga identificata come la proprietaria di quell'auto modesta. E che osserva lui, stupita. Lui che invece è bello tranquillo. Persino ignaro di tutto questo tramestio.
Proprio così. Perchè quando si è in questo modo, non si teme di esser giudicati per quello che si ha. Il signorino Nonhobisognodiapparire ha sviluppato il suo io. Ha carattere. Sono il suo muoversi, il suo parlare, la sua eleganza e i suoi occhi che lo rendono speciale. Non l'auto. E lui lo sa bene. Anche se a volte potrebbe non averne la consapevolezza.

Tutto è concentrato in una forza che viene da dentro.
Nel "Io sono! Anche senza sovrastrutture".

Ma in quanti hanno questa forza?

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Ecco. Ho voluto fare la descrizione di una persona (che conosco) che non vuole appartenere alla massa.
O meglio alla massa di quelli che per essere qualcuno devono possedere.
Che si vergognano se non si identificano in oggetti cult. Promossi tali dal consumismo e dal marketing.
Che fanno la coda tutta la notte fino all'apertura del negozio pur di avere "l'oggetto".

Che si indebitano pur di apparire.

Mi fa tenerezza questa immagine. Ma mi dà anche forza, perchè mi fa capire che esistono persone che ce la fanno.
Perchè, e son sincera, anche io in qualche modo appartengo alla categoria di quelli che si sentono più adeguati su una bella macchina, piuttosto che su una carretta.
O che hanno l'ultimo telefonino a tutti i costi. Anche per passione per carità, ma anche per una questione di insicurezza. Si pensa di essere giudicati per quel che abbiamo. Non per quel che siamo.

E questa persona mi ha insegnato tanto.
Sono fortunata ad averla vicino.

Ed è questo il motivo per cui ve la descrivo.
Chissà che magari possa rappresentare anche per voi un ulteriore spunto per fare qualche considerazione.
Senza vergogna. Accettandovi (accettandoci)i con le vostre, nostre debolezze, ma sapendo che si può davvero essere fighi, fighissimi senza tutti quegli ammenicoli!!!

Sembra vi stia dicendo una stupidata, che stia parlando di cose scontate.
Di qualcosa di trito e ritrito e che tutti sanno già.

Però io credo che non sia così. Anche perchè basta aprire i giornali per accorgersene.
E' vero che son cose che ci si dice sempre, ma che anche si scordano sempre. E in frettissima. Ma soprattutto che non si interiorizzano e vanno ad alimentare atteggiamenti e valori poco costruttivi.
Quelli dell'apparire e non dell'essere.

In fondo bastano un'auto e un telefonino! E... voilà. Les jeux sont faits!


Ciao