sabato 19 marzo 2011

AVVENTURA CON LA LUNA - Thriller

"Non ho dormito tutta la notte.
Eh, è per la luna".
In tre persone me lo hanno detto.
Chissà perché. Io ho dormito benissimo invece. A parte la digestione. A letto piena di patatine, formaggio, pasta, pane e frittata. (Beh, la frittata era di uova ancora calde di mamma gallina. Ne valeva la pena).
Stanotte c'era la luna pienissima e vicinissima alla terra. Quindi grandissima. (Tutto in "issima"). Non succede da 18 anni.
Me l'ha detto Fede ieri sera.
E ci ho provato a rimirarmela.
Sono in campagna, in mezzo al niente. Meglio di così... Il silenzio totale aiuta la concentrazione.
E allora ho lasciato questo Fede al suo lavoro e sono uscita.
Ecco.......
Davvero era grandissima.
Uno spettacolo.
Me ne son stata lì un bel po'.
E poi son rientrata in casa.
E mi son venute in mente tante cose....
Prima di tutto mi è scattata un'ovazione:
"O dea Luna, quando sei così sembra che Tu faccia fermare tutto. La Tua luce trasforma il territorio a noi tanto noto. Il cielo intorno a Te, la Tua cornice, è di un blu intensissimo. Che sfuma allontanandosi per diventare di nuovo notte, per ritornare quel buio conosciuto".
Ritorno in me!
Mi rendo conto che quel blu descritto prima è l'unico colore. Il resto è in bianco e nero.
Ho voglia di parlare con lei.
Cara Luna, sei fantastica, sei bellissima. Così bianca, così luminosa, così tonda. Con quella somiglianza a una faccetta da furba. Crei intorno a me delle ombre nere come la pece e quel che illumini è in fortissimo contrasto con il buio della notte che ti resiste. Uno stacco netto e pulito. Come se fosse stato disegnato con l'aiuto di un righello.
Non sono mai completamente a mio agio, quando ti vedo. Sono influenzata da quanto mi avevano detto e avevo letto di te da chi interpreta le carte (i maghi). Il simbolo della luna per loro rappresenta l'inganno. Pare che la tua luce sia malvagia, che alteri la realtà. E non solo. Smascheri chi si nasconde, chi pensa di non essere visto in quel buio! In quel mistero che si sa portar dietro soltanto la notte con il suo nero, pieno di vizi, perversioni e trasgressioni. Sei la bugia.
E alla "luce" di questo pensiero ti osservo con sospetto.  E penso che quando sei così luminosa, ci destabilizzi.
Fai della notte un ibrido notte/giorno. Un minestrone insomma.
Gli occhi mi girano alla ricerca di paesaggi. Riconosco lo steccato, che appunto fa un'ombra secca e netta sulla viuzza verso casa.
Lo vedo quel prato lontano. Muto. Lì niente si muove. Probabilmente gli insetti stanno dormendo, come i fili d'erba e i cespugli. Sembra così.
In effetti sei invadente, luna. Con quella tua luce, li denudi a loro insaputa. Li scopri nel loro momento privato. Il privato di quando si pensa che nessuno ti possa vedere, e che quindi ci si lascia andare e se ne si sta storti, coi capelli per aria. Si mantiene il viso bolso. Insomma con niente trucco e parrucco.
Ritorno a osservare. Tutto sembra più ordinato. E improvvisamente sento che divento piccola e inutile confronto al questo connubio immenso di cielo, terra, luce e ombre.
Provo a urlare, a ballare, a cantare. E a suonare, a brigare e a disfare. Niente. Te ne fai un baffo di tutto questo mio non potere. Implacabile, non fai cambiare nulla. Il tuo disegno rimane immutato. L'aria non si muove. Mi fai capire quanto sono impotente.
Uff, ora il paesaggio mi immobilizza.
Il respiro mi si fa più intenso. I miei occhi si sgranano.
E dopo un po' mi accorgo che non c'è niente di vero. Tu Luna Immacolata ci stai truffando. Hanno ragione i "tarocchisti". La tua luce è un'illusione. E poi stai riflettendoci i raggi del tuo amico Sole, oltre a mostrarci quello che non devi. Perché è notte. E la notte è buio. Sei falsa. E sei soltanto un mezzo, come un oggetto: senza vita.
E allora voglio ripararmi da te.
Sento il bisogno di entrare in casa. Al riparo. Oppure di stare con qualcuno. Con una protezione.
Resto comunque beata della tua magia e intontita dall'eccezionalità dell'evento.
Con la consapevolezza di aver vissuto un momento irripetibile o quasi, con ancora negli occhi scenari magnifici, incantati.
Ma mi arrendo.
Anche una civetta mi mette in guardia. "Uh huuuu... Uhnhuuuu. Questo è Il mio regno, uomo atomico. Uomo meccanico. Uomo informatico. Vai a ripararti, tu non sai più nulla della natura. Figuriamoci della natura della notte. Quella ti ammazzerebbe. Torna nel tuo mondo virtuale. Ormai lo sappiamo. Sei diventato così e noi ti rispettiamo. Ma non sfidarci. Ti possiamo aiutare, ma fino a un certo punto. E la morsa del "a te ignoto" ti ingoierebbe".

Resisto ancora e chiudo gli occhi. Che fastidio... Mi è restato nelle palpebre serrate lo stampo luce e buio.
Sorrido, rispettosa e sull'attenti.
Respiro profondamente, come a voler far entrare dentro me una parte di mondo che una volta mi apparteneva. Forse mi distenderò per terra, per godermi ancora un po' il momento e cercare di entrare dentro nella natura.
E poi giro le spalle. Dietro front. Chiudo la porta. Accendo la luce. Mi lavo e entro nel morbido cotone delle lenzuola e nella lana della coperta. Che strano però. Mi viene in mente che forse dovrei andare a dormire nel fienile... ????
Non trovo più il mio cane. Mi alzo e lo chiamo. Fischio. Ehiiiii... i... i.... i. Lo sento abbaiare lontano. Lo intravedo correre da qualche parte. Solo? Con qualcuno?
Lo lascio fuori. Anche perché non ha nessuna intenzione di entrare. Lui ce la fa. Non ha ancora perso l'istinto, quello della legge della natura. E questa è la sua serata preferita. I suoi amici son tutti in giro. Pronti per il giro della morte, come diremmo noi. Non ci sono sigarette, droghe, carte, travestiti, bagasce, assassini. C'è qualcosa di simile, che non saprei descrivere, ma che più ci apparterrebbe.
E allora ritorna uomo nel tuo mondo privilegiato. Nella tua elettricità, nel tuo lenzuolo di cotone e nella tua coperta di lana. Nella tua centrale nucleare. Nei tuoi conservanti, nei tuoi dollari, nei tuoi megabyte. Dal chirurgo estetico, dai tuoi Gheddafi e i suoi missili. Dal tuo stupido berciare contro il nulla. Perchè sei rabbioso ormai, stupido essere. Ritorna dal tuo psicologo, analista, psichiatra... Dal tuo coacher! Questa è la tua storia. Questa è la tua evoluzione. E la tua fine!
Prima di addormentarmi con questo quadretto orrendo ancora nella mente, mi sento toccare sulle spalle. Mi giro assonnata e vedo una fatina. Bellissima. Piena di brillini. Forse è entrata nel mio sognare. Inizia a parlare. Sento racconti di bontà, di altruismo, di gente perbene. Delle fantastiche scoperte mediche e di chi "ha capito".

.......
Eccoci di nuovo. Non esiste mai soltanto una verità.
Ma sì ha ragione. In una vita, in mille e milioni di vite c'è tutto. Il bene e il male, l'amore e la cattiveria. L'ottusità e la saggezza. L'istinto perso e la mia mamma guarita con quella medicina miracolosa. La luce e il buio. Il falso e il vero. E una notte/giorno per merito di una Grande Luna.
E allora ripenso a lei, alla luna che è diventata bellissima, al canto della civetta che ora sento dolcissimo e alla serata trasformata in emozione esaltante.
Poi mi stiro. È già mattina. Che gioia. Son felice di vivermi un'altra magnifica giornata...
Anna Scolari

martedì 8 marzo 2011

CI STANNO RUBANDO GLI UOMINI! (Quelli rimasti...)

Basta con questi cinesi (in questo caso queste cinesine!). Non li (LE) posso più vedere. Non sono razzista, ma sono contro la prepotenza e l'invadenza.

In realtà il disastro lo ha iniziato la calata delle "unne" anni fa. Belle o brutte che fossero, erano e son tutte giovani, magruzze, con gli occhi un po' in su e zoccole! Chiarisco: non sono tutte di facili costumi... Noooooooo. Però hanno quell'arietta da salvamiohtuuomo oppure seiilmiglioressereviventeioabbamaiconosciuto. E sbattono le ciglia. Ma soprattutto abbassano la testa in segno di sottomissione e assumono questo sguardo da "salvami". Un atteggiamento che a detta di tantissimi uomini provoca il risveglio immediato della virilità.
Non solo di chi non è abituato ad avere la fila delle pretendenti. Anche dei super belli. Anche loro ci cascano.
Tziao uitialiuano muaskio. Io amuare te cuome io muai amuato niessiunuo! Miuo kuore muai buattuto cuosì fuortue!
Ma poi ne sono arrivate tante altre. Di tante razze. E tutte a caccia di marito, cavolo!
Dalle cubane, alle magrebine e altre e altre. E adesso pure le cinesi! Le odio! Con 'sti occhi mezzi chiusi, le gambe scheletriche e la vocina di m...  Che fanno pure le gheishe (giapponesi) ...

Si sono fatte largo tra le femmine italiane. Uno spintone di qui, uno spintone di là e si sono mangiate una bella fetta di maschietti.
Infatti se ci si guarda un po' in giro, si può notare che l'Italia pullula di zitelle. Ma quante ne ho conosciute e ne conosco di donne (e belle!!!!) che non hanno nessuno? Non trovano.... E ci credo!
Non ci sono più maschi liberi! Tra quelli liberi poi il 50 o 60% (esagero, lo so...) è gay! Il restante 40 è guasto.

O sono troppo libertini (leggi stron..i) oppure sono incapaci. Oppure ancora sono gli avanzi appunto delle geishe.
Eggià perché le sopra descritte una volta accaparrata la preda, se la mangiano in insalata.
E quel che resta è un poveretto incattivito col mondo. Inavvicinabile. Pieno di grane, avvocati, bambini, finanza in azienda, senza casa perché la loro se l'è presa la moglie. Ma non solo dalla gentil esotica consorte. Anche dalla di lei parentela. Mamme, nonne, padri, sorelle. Certo. Tutti portati in Italia. Altro che gli sbarchi dei Libici. Inoltre questa specie di parentame è costosissmo. Per mancanza di vitamine, cure e igiene son tutti senza denti, con strane malattie. E non certo di bell'aspetto come quella sposata.
Lo dico sempre che l'unica è andare (anche se macabro da dire) fuori dagli ospedali. Fuori dalla camera mortuaria e aspettare che esca il "vedovo". Ma attenzione. Bisogna essere svelte e accalappiarlo subito. Per quello bisogna marcare il territorio ospedaliero e non lasciargli neanche fare passi da soli. È merce rara, quindi preda ambitissima...
In genere sono quei bravi mariti che son stati fedeli e che la moglie se ne è guardata bene dal lasciar andare o trascurare.
Con questi tipi di uomini si dovrà sopportare un po' il lutto, che è anche sano e giusto. Ma niente di più.
Una volta mi raccontarono una barzelletta, che secondo me può esser tutto tranne che quello.
Dice: gli uomini dopo i 40anni (e io abbasserei anche un po' il tiro...) sono come le cabine telefoniche. O sono guasti, o sono occupati... Già già!
Ho un ricordo vivissimo, che nella sua tragicità faceva veramente ridere.
Una festa.
Di single (e già questa la dice tutta....).
Entrata in questa casa (era privata) avevo percepito subito un'aria un po' strana. Sguardi sfuggenti, persone che non stavano ferme. Ricordo di aver cercato di iniziare una chiacchierata di qui e di là, ma senza successo. Ommamma, che succedeva. Poi ricordo che mi ero accorta di quanto stava accadendo.
I divani e le sedie di casa erano occupate da femmine. Ma non erano sedute. Erano appoggiate come in "pole position". Pronte a scaraventarsi sulla preda.
Minigonnate e parrucchierate alla grande. Con profumi e scollature esagerati.
Poi ricordo di aver notato strani esseri entrare dalla porta di casa, fare due passi indietro e attaccarsi di schiena al muro.
Erano tutti maschi. Lo sguardo era terrorizzato e si muovevano rasentando i muri, pronti a filarsela prima di essere agguantati da queste affamate.
Sto esagerando, lo so, ma l'impressione era davvero quella.
Per non parlare di una tipa che... era impressionante. Aveva un seno... Ma io non avevo mai visto una cosa del genere...

ENORME. Ed era sola e tristissima. L'unica avvicinabile però.
Neanche chiesto forse il nome, già mi stava raccontando la sua disgrazia. Ossia? Il marito l'aveva lasciata. Per.... Una dell'Ucraina.
Sai, non è tanto per lui... O per lei. È per i miei figli... Sai, porta la parrucca, ha le unghie finte rosse e lunghissime, le scarpe alte a zeppa...
E sapessi come si veste...
Lui ha perso la testa. E io sai, vedi, mi sono anche rifatta il seno... Ma neanche me lo vede...
Io non so che pensare.
Certo, lei ha 18 anni.........

A casa mandatele!!!!!!

E per tornare al discorso iniziale... Le cinesi.
Altra storiella emblematica.
Due, tre domeniche fa suona il cellulare di mio marito. Mi manda a rispondere.
Una voce di donna idiota che continua a chiedere di lui.
Mi scusi signorina, è un attimo occupato, dico io.
E lei: ma chi parla?

......................... CHI PARLAAAA A MEEEEEEEE??????

Ma guardi io sarei sua moglie... (voce velenosissimaaaaaaaa)

E questa, che probabilmente manco conosceva bene l'italiano, ha ricominciato a cinguettare (pelchè non pallano nolmale lolo. Pallano come idiote) il nome di lui.

Non vi dico la mia faccia...
E non vi dico la sua di faccia (quella di mio marito)!!!!!!!

Da allora il telefono spesso viene spento.

Penso di poter non aggiungere altro.

Una caro saluto da un'italiana DOC (sposata già due volte e lo stesso.... frustrata....!)
Amen.

Anna Scolari