martedì 25 gennaio 2011

AVEVA UN PICCOLO UCCELLO


Aveva un piccolo uccello.
Prevedibile d'altronde, dato il comportamento delicato che rasentava l'effeminato.
Ebbene, lui ogni sera si guardava in mezzo alle gambe e il suo uccello piccolo gli faceva capire che era sì uomo, ma a metà.
Avrebbe mai fatto godere una donna?
Non del tutto.
Secondo lui, naturalmente.
Inoltre nel tempo il suo corpo si era trasformato.
Era diventato a poco a poco lievemente asessuato.
Seguito dalla diminuzione parallela del suo interesse sessuale.
Divenne un uomo efebo.
Uno che non raccoglieva che sporadiche avventure.
Che come iniziavano, finivano.
Fino a che non incontrò lei. La piccola Occhigrandi. Bella e dolce. Che lo guardava piano piano. Una donna timida, spaventata, insicura.
Si amarono a lungo. Di un amore pieno di attenzioni, delicato.
E quel suo piccolo uccello... Perse di importanza.
Già.
Non rappresentava più il suo "essere uomo".
Il fatto di essere riuscito a soddisfare sessualmente la dolce Occhigrandi lo aveva guarito.
Carezze, attenzioni, abbracci, baci appassionati... Un trionfo della libido!!!
Ritornò uomo.
Gli ricrebbe la barba.
La voce riprese il suo tono profondo.

Tutto qui.
Uomo, non pensare con l'uccello! Cresci, perdiana...

(Dai, questa è una storiella bellina...)




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