giovedì 20 gennaio 2011

EPPURE IL SUO SGUARDO ERA GIOIOSO




Quella donna camminava e camminava.
Senza sosta.
Era vecchia, stracciata, le scarpacce consumate. I capelli grigio bianchi, stupidi e arruffati. Una donna che non interessava più a nessuno.
Eppure il suo sguardo era gioioso dentro a quegli occhi stanchi. La sua camminata era sbarazzina, mossa da quelle gambe nodose, fragili e caduche.

Non aveva più una meta. Era già molto tempo che vagava per strade sconosciute. Poche le soste. Dormire e mangiare. Per il resto tutto il suo vivere era in quel moto perenne.
E sorrideva sempre. Non ce ne si poteva accorgere. Solo un occhio sopraffino lo poteva notare. Il viso era troppo sporco, troppo rugoso. Confondeva. Ma per lei era sempre stato così. Per lei da sempre tutto era sempre stato bello. Tutti sempre buoni. In ogni caso. In ogni situazione.
Ed era così anche ora. In questo suo peregrinare. Dove non esisteva più niente se non l'attesa della morte. Dove ormai non possedeva più nulla, se non ricordi, memorie passate. Ma era così. Lei era felice.
In fondo quella vita sghemba le era passata in un battibaleno.
Nascita, crescita, studi, primi amori, matrimonio, figli, lavori, pruriti, amanti, separazione, povertà, teste di cazzo, nuovo marito, nipoti, menopausa. Vecchiaia. Tutto in un attimo.

Ciao vita mia. Sei bellissima, ma inutile. Peccato. Mai ti lascerei, ma non trovo ragioni valide abbastanza che mi portino a pensare il contrario.
Mi diverti e accetto di giocare con te. Ma non prendermi per il chiulo.
Non servi a niente.
Sgnonf!

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