mercoledì 16 febbraio 2011

BENVENUTO CARO 2011!



 Aumma, aumma.
Una parola che rimbomba nella testa finché non ti addormenti.
Può capitare, dopo aver visto lo spettacolo proprio dal nome "Aumma" della compagnia Facchetti / De Pascalis al Teatro Leonardo da Vinci a Milano dal 15 al 27 febbraio.
In scena la festa di compleanno dell'Italia. L'anno dei suoi primi 150 anni!
Ma è davvero questo Aumma l’asserzione che più la rappresenta?
La regia di Gianfelice Facchetti è fresca, vivace, giovane, nuova. Genialmente ironica.
In un dialogo ferrato e semplice gli attori si muovono intorno al pubblico e dentro la casa di Mamma Italia: il palco.
Interpretata da Fortunata Mastrangelo, Mamma Italia assume un aspetto irreale.
Sembra appartenere a un personaggio dei cartoni animati.
Lei è una signora di una settantina d’anni, con un’espressività facciale degna del rimpianto Fellini. Il messaggio è chiaro. L’Italia è una marionetta che prende vita solo se stimolata dai suoi figli e figliastri.
Ma questi sembra non facciano altro se non pretendere, se non "mangiare" qualcosa.
Ed eccoli: un prete, un marinaio, una donna e un impiegato delle Poste.
La festeggiata parla poco e solo su richiesta. “Mamma, raccontaci le storie che ci dicevi quando volevi farci addormentare, quando volevi farci mangiare….”.
Ma la sua memoria fa cilecca. Protagonisti sono il G8, il caso Moro, piazza Fontana, la Guerra Civile, il Duce, Caporetto. Forti i richiami, che però spariscono nel momento in cui vengono menzionati. Rimossi.
“Non ricordo…”. Mamma Italia si risveglia veramente (e si dispera) soltanto alla vista delle ceneri di Peppino. Apprende per la prima volta che è morto Giuseppe Garibaldi, il suo unico grande e vero amore. Lei non lo sapeva.
E mentre una band la immortala musicalmente nel suo immenso sconforto, i suoi figlioletti ne approfittano per mangiare e mangiare. Aumma, aumma.
E regalare. Aumma, aumma. Facchetti enfatizza: “Io regalo, tu regali, egli regala. Un presente “indicativo” di un’identità, quella italiana, che ruota sempre e solo intorno al reciproco scambio di favori, merci e poteri, affinchè niente cambi”.
Le ultime battute sono frenetiche, nervose. Si muovono sul proscenio-casa-di-Italia ormai pieno di avanzi di cibo e di regali scartati e abbandonati.
Pieno di promesse inutili. E dove una goccia, che fa da protagonista sin dall’inizio dello spettacolo, diventa uno scroscio, un diluvio.
Cosa faccia “acqua da tutte le parti” è palese. Le ultime immagini sono di un’Italia maltrattata, che cerca l’amore e trova soltanto il malaffare. Aumma.
Un finale struggente: Italia giace in terra cosparsa dalle ceneri di Garibaldi.
Ed ecco la vera tragedia: la dolce procreatrice viene rimessa in sesto.
Viene ripulita alla bell’e meglio e posta a sedere nel centro di quel che rimane della sua casa. Appare come un fantoccio.
Senza vita.
In attesa di un Salvatore.
Benvenuto caro 2011!
Anna Scolari

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