lunedì 21 febbraio 2011

E RESPIRARE (parte II)


Non era vero che era felice.
In realtà aveva la morte nel cuore.
Ed era perchè lei nonostante la sua leggiadria si ritrovava sempre allo stesso punto.
La sua vita era fatta di interminabili cerchi.
Ogni volta che iniziava a camminare immancabilmente succedevano le stesse cose.
Dopo un inizio travolgente, pian pianino si ritrovava ad aver a che fare con il suo già vissuto.
Ommamma, non sarà la stessa pianta dell'altra volta??
Ommioddio nooooo. Lo stesso palazzo.
E da lì il terrore. Il terrore di chi sa che sta per arrivare di nuovo.
Abbassa la testa. Chiude gli occhi e non lo vuole vedere.
Ma lui è lì.
Davanti a lei.
Il solito muro...
Già, già! Maledetto. Tutto finiva sempre lì.
Davanti a quel muro.
E disperatamente quel muro ogni volta diventava sempre più brutto.
Si sgretolava pian, pianino. Con qualche scritta malefica in più. Qualche ti amo in più. Con un po' più di scrostamenti, man a mano sempre più vistosi.
E lei di fronte a lui.
Che lo guardava e gli diceva... Vatteneaffanculo! Io riparto.
Ma quella volta era stanca. Disillusa.
Va bene andarsene. E vedere prati verdi, città bellissime, ascoltare persone sapienti. Arricchirsi. Ma per cosa?
Per ritrovarsi davanti a quel maledetto muro?
Le sembrava di essere in uno di quei giochi rompicapo dove si deve scoprire la via di uscita e ci si deve ingegnare per trovarla.
Niente scoraggiamenti però. La spinta verso la ricerca era stata ed era sempre forte.
Ma ora era stanca.
Stanca di quel muro. Ma chi glielo aveva costruito?
Lei stessa?
Che dovesse prendere una piccozza e abbatterlo?
Che dovesse prendere una scala e superarlo?
O continuare a voltargli le spalle e intraprendere una strada nuova?
Aveva sempre fatto così.
Alla ricerca di una viuzzina bella e tranquilla. Che la portasse in quel posto bello.
Quello pieno di sole e di farfalline. Con le altalene e i bimbi che giocano.
Dove suona una campana che richiama a mangiare tutti su quel bel tavolone di legno.
Colmo di ogni bene.
Dove un gruppo di ragazzi se ne sta tranquillo su un prato ad ascoltare una chitarra suonare.
Dove distendersi e chiudere gli occhi.
E respirare....

Nessun commento: