mercoledì 23 febbraio 2011

UNA STORIA D'AMORE

GIOVANNI – GIOVANNACCIO – G.
Visto e rivisitato da un’esperienza vissuta Una ballade spontanea*


* da “romanza”. Quindi intendo dire (non so se a ragion veduta) una storia molto romanzata. Mi diverte la cosa e mi incuriosirebbe vedere la tua espressione mentre le leggi….


Alzarsi, lavarsi, vestirsi, andare al lavoro. Come tutti i giorni. Da anni.
Ma quel giorno tutto sembrava diverso.
Il letto aveva una coperta mai vista prima e la luce dalla finestra dava alla stanza un aspetto poco familiare.
E così per i vestiti. Erano più belli e più brutti. Senza parlare della macchina, della strada e dell’entrata dell’ufficio.
E la sua segretaria? Ma come era pettinata? Ma che colore di capelli aveva?

Da quel giorno tutto aveva assunto un aspetto differente.
E lui sembrava un pugile suonato. I suoni arrivavano come ovattati e il mondo gli girava intorno vestito da “SononuovoNonmiconosci”.

Ma cosa era successo?
Niente. Lui era semplicemente caduto a piombo da un grattacielo. Ma dall’ultimissimo piano di quel grattacielo.
Illeso. Era rimasto illeso. Illeso e intento a guardare sua moglie.
Lei gli aveva detto che si era innamorata di un altro.
Pausa.
E subito….
Un chi???
……………
Un altro????
……………
Ma cosa significa un altro?
Ci sono solo io. Anzi ci siamo solo tu ed io.
Ci siamo noi due e basta.
Un altro non esiste.

Pausa e camminata nervosa avanti e indietro. I capelli e la barba crescono a dismisura.

Ma dove è?
………………..
E chi è?
……………….
Chi?
…………………..
Quello lì?
……………….
Scusa…. Ripeti… Chi? QUELLO LI’??????
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
Mutismo.
Lei piangeva e spiegava che qui e che là e che su e che giù.
Lui la guardava.
Muto. Un mutismo anche gentile. Attonito.
La ascoltava?
Non credo.

Forse rispondeva a volte. Ma erano parole che uscivano da una mente muta. Vuota di pensieri.

E fu così che Giovanni diventò Giovannaccio.
L’ictus bomba aveva danneggiato e modificato irreparabilmente una parte del suo cervello.

Era accaduto qualcosa che non
 faceva parte dei suoi ingranaggi. Oggi si direbbe che nel suo software proprio gli mancava un file. Quel file lì.

Ma ormai era accaduto. E l’orologio della vita stava andando avanti.
Già. Bisognava riattivare le azioni già previste.
E quindi ri-pronti e ri-via.

Va bene. “Vado”. E imperterrito aveva riattivato il gioco a lui noto della vita.
Inizialmente si muoveva con uno sguardo come un po’ allucinato.
Uno sguardo allucinato che però…
Però…
Però, però…
Che però era accompagnato sempre più spesso da grasse e lunghe risate.
La sua ironia era cronica. Anche la bomba atomica la aveva lasciata incolume.

Sembrava un matto.
Che lo fosse diventato davvero?

Eh sì… Altro che impazzito.

Il signor “Lavitaèfattacosì” invece aveva iniziato a togliersi le bende che aveva sugli occhi. E ad abbandonare quell’automatismo che lo aveva accompagnato felicemente nella vita.

Ci vollero soltanto pochi mesi e dopo un’ultima, bella e vigorosa manata sui vestiti, si era scrollato di dosso i minuscoli rimasugli di polvere. Era una polvere d’oro, preziosa e di alta qualità, ma dopo il “fattaccio” si era spenta ed era diventata grigia. Inutile.
Sì, sì. Da rimuovere.

Fu così che l’ex signor Giovanni iniziò la sua seconda vita. Diventò un Giovannaccio e molto in fretta gli sparì quello strano sguardo fisso.
Soprattutto smise di stupire tutti con quegli scoppi di ilarità smargiassa.

Ora il mondo aveva una colorazione diversa.
Era più luminoso.
Come prima e più di prima (ti amerò” non c’entra – Questo è “panso”?) assaporava in maniera diversa colori, gusti, luci e sapori.
Senza rinnegare nulla del passato, si inseriva con gioia nel presente a venire.

Lo si può immaginare, con un tocco di regia alla Walt Disney, muoversi con farfalline colorate e stelline luminose che volavano intorno a lui e che lo seguivano ovunque.

Si può dire che nessuno se ne accorse più di tanto. Tranne forse la sua segretaria, alla quale improvvisamente  aveva dato un bel pizzicottone sul sedere con tanto di occhiolino ammiccante.

“Ma avvoc…..”. Poi però non aggiunse altro.
Anzi, iniziò di nascosto a ridacchiare.
Lui la stupiva spesso. Era un uomo molto originale e quindi era abituata alle sue stravaganze.
Ma questa della seduzione era cosa nuova.
L’avvocato guardava anche le altre donne…..
Evviva.
Chissà cosa combinerà.
“Ciack si gira”: nuovo cinema.

E ora si arriva al punto.
Dietro a tutta questa descrizione comportamentale, che era l’atteggiamento poco rigoroso sopra citato, c’era la parte più significativa della questione.
C’era IL NOCCIOLONE DELLA QUESTIONE. IL NOCCIOLONE “MOVENTENTE”.

E questa è la base di tutto il resto a venire (il nocciolone).

Siccome gli era successa una cosa impensabile…………..

questo significava che………

TUTTO, MA PROPRIO T U T T O

poteva succedere.
(Dal punto di vista sentimentale però, perbacco! Che non si scherzi su altro!).

Basta. Potrei finire qui il racconto.
Tutto il resto è facilmente intuibile.
Per carità, lui si comportò a suo modo, nel SUO modo, che sicuramente nessun altro al mondo ha.
E che era sicuramente unico e originale.
Però assolutamente e inderogabilmente molto prevedibile nella sostanza.

E arrivarono Terese, Ginette, Vamposucce, Campanilone e MoltoperBene. Ma soprattutto fiori! Fiori di tutti i generi. Dalle Viole alle Margherite. Alle Petunie (anche una Vetulia), alle Ginestre. E poi Carle, Giovanne, Loredane. E si potevano tradire, si poteva sedurre la loro cara amica di sempre, insomma si poteva fare lo “stronzetto”.
Tutte con una storia. Ma tutte inutili donne da amare. E per poco. Donne su cui gettare le proprie forti e intensissime passioni.
Ma che profumavano di poca sostanza.
Donne da desiderare moltissimo e sinceramente, per poi diventare semplicemente un corpo berciante.
Da scacciare perché fastidioso.
E fu così e ancora così e di continuo così.
Finchè… non lo so.

Ora non conosco più niente di lui.
Un dato di fatto è che gli anni sono passati.
I giochini sono stati utilizzati.
Con soddisfazioni e disfatte.
Dove a volte lui ha vinto e a volte perso. (Ma con rivincita: che non sia mai!).
Saranno bastati?

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Tra le Giovenche, le Capre e le Zoccolette, Mr. Giovanni, in arte Giovannaccio, aveva anche incontrato una Anna.
Lei lo aveva vissuto come G. Ma proprio Gipunto.
Tutto nuovo.
Niente Giovanni, né tantomeno Giovannaccio. Anche se lui aveva fatto il Giovannaccio anche con lei.
Probabilmente come tante era caduta nella trappola (sincera per carità) del Tiamoseiladonnadellamiavita, che durava un decimo di secondo.
Però lei si era innamorata di lui.
E lo aveva vissuto come G. ed era stata bene. L’aveva fatta divertire e aveva riconosciuto in lui la persona che atavicamente, fisiologicamente si vedeva bene accanto.
Quei tratti del viso, quel sorriso, quell’ironia, quel suo modo di ragionare erano già da tanti anni nel suo album immaginario.
Già da bambina.

E’ per questo che in tanti anni di cazzate immonde, lei non lo ha mai dimenticato. E gli vuole bene.
Nonostante tutto.

E lo cerca. Perché a volte ne sente la nostalgia. Di cosa poi non si sa. Alla fine dei conti, fra una storia e un’altra erano stati insieme proprio poco poco.

Però è così.
E quello che dico è vero.
E chissà se lui lo sa.
Mah…..

Non ci sono avances, illusioni, delusioni, desideri.
Ci sono forse un po’ di aspettative.

Ma diamine.
Questo è normale.
Lui fa parte dell’album….

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